8 Marzo ai Giardini, tra mimose sciamanesimo e musica

Data: sabato , marzo 08 , 2025 ,15:00 - sabato , marzo 08 , 2025 ,19:00
Luogo: Orto Botanico di Sarzana

Data: Marzo 8, 2025
Ora: 15:00 - 19:00
Luogo: Orto Botanico di Sarzana
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8 marzo ai Giardini Caneva

Tra sciamanesimo, “risonanza” e natura

Marisandra Lizzi

Ci sono giornate che iniziano con un viaggio e finiscono con una “risonanza” perfetta tra luoghi, persone e natura.

L’8 marzo è stato così. Una giornata che si è aperta con il viaggio in macchina tra chiacchiere, musica e risate, e che si è chiusa con il suono squillante dei fiati suonati dai bambini della Giovane Orchestra Spezzina, nell’aria fresca di un pomeriggio che volgeva al tramonto.

Siamo partite di buon mattino, io alla guida, in auto con Giuliana, Daniela e poi Linda e Nadia, immerse in quella combinazione perfetta di funky, chiacchiere e complicità che solo un viaggio condiviso tra amiche può creare. Le altre, Sidrea, Laura, Erika, Daniela, Debora, Tiziana, … erano su un minivan da nove posti. Unico uomo della spedizione, Fabrizio, il papà di Erika.

Prima di arrivare ai Giardini Caneva, una passeggiata nel centro di Sarzana, una di quelle cittadine che conservano il ritmo giusto, con i vicoli che ti invitano a rallentare e le botteghe che sembrano ancora appartenere a un altro tempo.

Ma il cuore della giornata era lì, nel verde, tra le piante e le parole di chi le conosce a fondo. Un’idea di Sidrea Besacchi che ci ha parlato spesso di questo luogo magico.

Ci sono giornate che iniziano con un viaggio e finiscono con una “risonanza” perfetta tra luoghi, persone e natura.

L’8 marzo è stato così. Una giornata che si è aperta con il viaggio in macchina tra chiacchiere, musica e risate, e che si è chiusa con il suono squillante dei fiati suonati dai bambini della Giovane Orchestra Spezzina, nell’aria fresca di un pomeriggio che volgeva al tramonto.

Siamo partite di buon mattino, io alla guida, in auto con Giuliana, Daniela e poi Linda e Nadia, immerse in quella combinazione perfetta di funky, chiacchiere e complicità che solo un viaggio condiviso tra amiche può creare. Le altre, Sidrea, Laura, Erika, Daniela, Debora, Tiziana, … erano su un minivan da nove posti. Unico uomo della spedizione, Fabrizio, il papà di Erika.

Prima di arrivare ai Giardini Caneva, una passeggiata nel centro di Sarzana, una di quelle cittadine che conservano il ritmo giusto, con i vicoli che ti invitano a rallentare e le botteghe che sembrano ancora appartenere a un altro tempo.

Ma il cuore della giornata era lì, nel verde, tra le piante e le parole di chi le conosce a fondo. Un’idea di Sidrea Besacchi che ci ha parlato spesso di questo luogo magico.

Sotto gli ulivi, Angelo Tonelli ha aperto la giornata con un discorso che ha dissolto il confine tra storia e presente, tra scienza e mito.

“Le Baccanti erano sciamane. Seguaci di Dioniso, divinità maschio-femmina, significatore degli opposti. E cosa facevano le Pizie a Delfi? Entravano in trance, parlavano con il divino.”

Ha raccontato di Pitagora, della sua iniziazione con gli sciamani Iperborei, dei Misteri Eleusini, di Demetra alla ricerca della figlia perduta, di Socrate che impara l’arte dell’amore da Diotima, una donna, una maestra.

“Per i sapienti greci la Fusis non era solo natura, era il principio che genera continuamente il visibile. E il sapere era legato all’esperienza diretta, agli stati di coscienza modificati.”

Poi la voce è passata a David Bellatalla, che ha preso il filo del racconto per intrecciarlo con la scienza.

“Abbiamo prove che lo sciamanesimo esiste da almeno 30.000 anni. È un fenomeno che troviamo ovunque, in epoche e luoghi lontanissimi tra loro. Non si è diffuso, è nato spontaneamente nei vari popoli.”

Ci spiega che oggi le Neuroscienze iniziano a vedere ciò che gli sciamani hanno sempre saputo: la trance non è uno stato di perdita di controllo, ma una capacità di attivare precise aree del cervello, legate alla rielaborazione delle emozioni, alla memoria, alla guarigione.

“Lo sciamano non subisce la trance, la governa. La usa per entrare in contatto con ciò che normalmente non vediamo, per risanare non solo il corpo, ma l’intera comunità.”

Ascoltandoli, mi rendo conto che noi del Cerchio in Risonanza, quel giorno, non eravamo in connessione solo tra di noi.

Senza rendercene conto, eravamo in risonanza con la natura attorno, con le 15.000 piante del giardino, 2.500 diverse specie, tutte piantate da Enrico Caneva dal 2019 a oggi.

Dopo la conferenza, la passeggiata con questo collezionista di piante antiche e moderne da tutto il mondo ha cambiato completamente il nostro modo di guardare il giardino. Non più uno sfondo, ma un luogo vivo, pulsante, che racconta storie.

“Quando ho trovato questo terreno era coperto di rovi, ma sotto c’era una storia da scoprire. Prima di piantare qualcosa di nuovo, volevo capire cosa c’era stato prima. Ho tolto un rovo alla volta a mano, come si faceva una volta per salvare ogni pianta possibile, liberarla e farla rivivere.”

15.000 piante, 2.500 specie, 800 legate alla profumeria. Un giardino creato per essere vissuto con tutti i sensi.

“Annusate questa foglia. Sentite il profumo?”

“Strofinate tra le dita questo ramo di cipresso. Riconoscete l’aroma?”

“Assaggiate questa pianta australiana. Ha il sapore della rucola, in Australia la usano in cucina.”

E poi la mimosa Amburiana, che fiorisce già a Natale:

“Il suo profumo è più dolce della mimosa classica, le foglie più lunghe, più lanceolate.”

Ogni angolo del giardino è un viaggio. Un giardino da assaporare, annusare, ascoltare, percepire con tutto il corpo. Un giardino distribuito non per catalogazioni botaniche, ma per continenti. L’Australia, il Sudafrica, il Messico, il Mediterraneo, il Giappone. Un giardino che ha ottenuto la copertina di Gardenia proporio in questo mese di marzo, simbolo della rinascita di Primavera.

La copertina di marzo 2025 di Gardenia è dedicata ai Giardini Caneva

“Questa araucaria è una delle piante più antiche al mondo. Un tempo foreste come questa coprivano la Terra, oggi sopravvivono solo in Cile e Argentina.”

Ogni passo porta in un altro mondo. Ogni pianta ha un suo racconto.

Dopo la camminata, un momento di pausa.

Davanti al piccolo apecar di Samuele Petriccioli, Bar Gelateria Lino da generazioni, prendo un cono. Cioccolato fondente e stracciatella.

Il primo assaggio è puro contrasto: l’intensità amara del cioccolato, la dolcezza della crema, il croccante del cioccolato fuso nella stracciatella. Chiudo gli occhi come mi ha insegnato a fare Rita Caprioglio nel corso di “alimentazione felice” e capisco la potenza di quel mix di sapori tramandato da generazioni.

Un equilibrio perfetto. Come tutto quello che è successo in questa giornata.

E poi, la musica.

Il sole comincia a calare quando i bambini della Giovane Orchestra Spezzina iniziano a suonare. Trombe, fiati, qualche adulto a sostenerli, ma il cuore dell’esibizione è tutto loro.

Il suono è fresco, squillante, senza perfezione ma con una vibrazione autentica.

Non è un concerto. È la voce della giornata che volge al termine.

Ripartiamo. Al ritorno in macchina, stavolta c’è Daniela al posto di Linda. Le altre di nuovo sul minivan. Ancora chiacchiere, musica e il piacere di condividere il viaggio.

L’8 marzo nei Giardini Caneva è stato questo. Un giorno di scoperte, di natura, di suoni e connessioni. Un giorno in cui tutto, per un attimo, ha trovato il suo ritmo perfetto. Un cerchio in risonanza assoluta.

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