E’ da un po’ di tempo che i giardini Caneva raccolgono e si interessano alle piante di una zona climatica molto diversa dalla nostra: Nell’emisfero sud del mondo, tra Nuova Zelanda, Tasmania e Patagonia Cilena, esistono delle piante molto particolari, spesso eredi delle foreste dell’antico Gondwana, il periodo preistorico che vedeva i continenti in posizioni molto diverse dalle nostre oggi.
La presenza di grandi alberi di pioppo nella parte bassa del parco ci ha fatto scoprire il grande impatto che la loro presenza dava al giardino: ombra, protezione e, grazie alla loro importante evaporazione, il loro rinfrescamento dell’aria di almeno 4 a 5 gradi rispetto al resto del giardino, quasi 10 gradi rispetto alla balza più assolata in alto al parco !
È in questa zona che sono riuscite a sopravvivere le piante che a Parigi facevano l’orgoglio del giardino pensile che gestivo fino al 2018. Ed è qui che ho capito quanto sarebbe stato possibile ricreare un clima mite, morbido ed umido, così lontano dalle assolate e secche estati Sarzanesi.
In questi anni ho lavorato molto per mettere in sicurezza i pioppi, che purtroppo sono molto malati, colpa capitozzature sbagliate eseguite almeno 20 anni fa, ed il loro seguente abbandono, che ha portato alla crescita di rami fragili, laterali al tronco, molto suscettibili ai venti. Questi pioppi, posizionati tutti in fila sul lato sud del parco, non proteggono per niente il lato nord-ovest, da dove entrano i venti freddi invernali né tantomeno dal sole estivo pomeridiano, altrettanto caldo che quello di mezzogiorno. È per questo motivo che ho piantumato delle siepi temporanee a crescita rapida, come i ligustri, i Prunus ed i Cornus, che avevo salvato da sotto i rovi pulendo il parco nel 2018.
il grosso delle piante è dovuto quindi rimanere in vaso, ed ancora questa estate ho lottato con il caldo ed il secco per salvare queste piante.
È solo da settembre 2022, che ho iniziato ad avere delle siepi alte almeno un paio di metri, che facciano ombra, e quindi ho iniziato a piantumare i primi vasi.
Un importante lavoro di irrigazione è inoltre necessario ed in corso di realizzazione per la sopravvivenza di questa selezione di piante. Sarà un’irrigazione a caduta, come nell’antichità, per risparmiare energia, e per permettere di inumidire il terreno in profondità, condizione primaria per questa zona.
Più avanti, potremo pensare di aggiungere una vaporizzazione aerea, ma per ora i Pioppi ci aiutano molto.
Le specie che comporranno questa zona, e che potrete scoprire presto saranno principalmente Olearie, Hebe, Podocarpaceae, Araucariaceae, Gingko, felci, Winteraceae, Pittosporaceae rare, Araliaceae e molte altre, tra le quali desideriamo citare l’unica specie legnosa del continente antartico, la Philica arborea, che cresce, ben nascosta dal sole, nel nostro parco fin dal 2019.
Ad ulteriore protezione di questa zona, ho creato un anello di Camelie, Theaceae, Faggi, Aceri e Liquidambar, visto che anche questi ultimi, hanno un’importante evaporazione fogliare ed aiutano a mantenere fresca l’aria sotto di loro.
Obiettivo che speriamo ottenere, è una passeggiata in ombra luminosa, con qualche raggio di luce passeggero, in un sottobosco fresco ed umido e scoprire una vegetazione di terre cosi lontane da noi. Buona visita !
Olearia furfuracea, in fiore, verso aprile